lunedì 21 marzo 2011

A Roma si dice...

...paraculo. Che come termine, associato ad un bambino di due anni e mezzo, non è il massimo, ma va a descrivere perfettamente il soggetto.
Il nano è un tipo testardo, se decide una cosa, dev'essere quella e, oggi ho imparato, è disposto a tutto pur di ottenerla.
Da stamattina che voleva vedere Pinocchio ed io a spiegargli,a dirgli, "ma amore, dobbiamo uscire, mamma deve fare dei giri" e lui "NO, gii no! Io Pinocchio!".
Ovviamente io non cedo, si sveglia, merenda e lo preparo per uscire. Appena capisce che stiamo uscendo, inizia a piangere.
"Mamma..io tanto male pancia".
Il tutto accompagnato ad una pantomima degna di un attore consumato: mani sulla pancia, aria contrita, voglia di coccole, addirittura arriva a declinare le caramelle.
Mi sorge il dubbio che gli faccia davvero male.
Cedo, perchè sono, in finale, una mollacciona, gli do i fermenti, lo avvolgo in una calda coperta di pile, e lo posiziono davanti alla televisione a vedere Pinocchio.
In fondo poi fuori è brutto e io ho da fare anche a casa.
Tempo dieci minuti, e il nano gode di ottima salute.
Mi guarda e mi fa:
"Mamma, male pancia più".
Con sorrisino befferdo.

Cioè.
Il mio adorato pargolo, due anni e mezzo, mi prende riccamente per il culo.
Non oso immaginare quello che mi farà tra un decennio.

Elementare Watson.

Il nano ha due anni e mezzo. E' piccolo, fastidioso, rompiballe, impunito, cocciuto e ama alla follia far andare fuori di testa il Sognor T.
E' una sua piccola passione e ci si dedica con dovizia da che è nato.
Ovviamente con il crescere le tecniche di "fastidiosità" sono andate affinandosi, ora poi che è munito di parola si scompiscia proprio.

Domenica pomeriggio. Si sveglia. Io buttata sul divano, in pieno stile "ho 30 anni, è domenica, statemi alla larga".
Il Signor T. si alza e lo va  a prendere.
"Pia, pia, pia papà!!!" (Via, via via papà!!!).
Il Signor T, giustamente, si stranisce e se ne va.
Il nano scende da solo e viene in salotto.
Mi si accola vicino, poi, come fulminato da un'idea geniale, con aria furba, si alza, guarda il padre e se ne esce con:
"Mamma è mia oglie!" (Mamma è mia moglie!)
Il Signor T., ovviamente reagisce.
"NO! E' tua mamma, ma è MIA moglie"
"NO! E' mia oglie!"
"NO, è MIA moglie!"
"NO, è mia oglie!"
"NO, è tua mamma, ma è mia oglie!"
"NO, è mia oglie!"
"NO! E' mia moglie...HO LE PROVE".

Ora.
Sul fatto che il nano sia molesto, non c'è niente da aggiungere, l'unica soluzione è ignorarlo.
Ma cosa dire di un trentottenne che risponde al figlio di due anni e mezzo, nel mentre di una discussione al limite dell'idiozia più assoluta, "ho le prove"???

giovedì 10 marzo 2011

Dio non è donna.

Dio non esiste.
E se esiste è uomo.
E pure misogino.
E manco poco.
Altrimenti non si spiega.
Non si spiega il perchè di tante, troppe cose.
Prima fra tutte l'ingiustizia delle mestruazioni.
Che già solo a nominarle sono brutte.
Tutti i mesi, da che hai 13/14 anni, non hai scampo.
Certo poi finiscono, ma a quel punto hai 50 anni e fine del divertimento.
E comunque entri in menopausa, con le vampate, l'osteoporosi e un sacco di altri begli accessori che ti accompagnano finchè campi.
Ah, beh, certo ti danno tregua anche in gravidanza, ma solo perchè altrimenti nessuna donna, ripeto nessuna, si farebbe mai e poi mai mettere incinta.
Ecco, la gravidanza.
Sembra quasi una punizione divina al divertimento di qualche ora (se ti va bene..).
"Ti sei voluta divertire?? E mo' ti becchi 9 mesi d'inferno".
Perchè non venitemi a dire che la gravidanza è uno stato di grazia.
Un momento di esplosione di femminilità.
Un periodo di estasi.
Estasi un corno.
I primi tre mesi sei tormentata da nausee e vomito e se sei fortunata e non ce l'hai, sei comunque stravolta da una stanchezza ancestrale.
Passato il primo trimestre, inizi a lievitare, come una torta in un forno.
Gli ultimi mesi, poi ti accompagnano costanti, il gonfiore, l'acidità e il bruciore di stomaco e una pancia che, come dice una mia amica, sembri un Barbapapà.
E assomigliare ad un Barbapapà NON è assolutamente tra le cento cose che io definisco sexy.
Poi ne esci, con ore di travaglio e il parto.
Dalla padella nella brace.
Sempre peggio.
Ora ditemi voi quale entità, sana di mente, avrebbe potuto elaborare un piano tanto diabolico se non un uomo molto incazzato.
E la cosa fichissima è che la maggior parte degli uomini ti dicono "Le gioie della maternità..che meraviglia, come siete fortunate!"
Come siamo che???
Tu, razza rara di un caprone sardo, che se per caso hai un pelo incarnito non dormi la notte per il dolore.
Uh, i peli..me li stavo quasi per dimenticare.
Loro, gli uomini, anche se ricoperti da una folta pelliccia "è tutta natura", noi, povere noi, se solo s'intravede un pelino piccolo piccolo in controluce "Come sei sciatta".
E questa me la chiamano giustizia??
Perchè, potendo scegliere, uno dovrebbe scegliere di nascere donna?
La risposta comune è: perchè siamo più intelligenti.
Vero.
Indubbiamente vero.
Ma.
Perchè c'è sempre un ma.
Se tu intelligentissima donna incontri un forzutissimo uomo che decide, solo perchè ne ha voglia, di abbuffarti di mazzate, mi spieghi che diamine ci fai con tutto il tuo cervello??
Te lo dico io: niente.
Per cui, da oggi, faccio opposizione e divento atea.
E che qualcuno provi a dirmi "A".

mercoledì 2 febbraio 2011

Di bullismo scolastico

Ho sempre detestato i bulletti.
Quelli che ti intimidiscono.
Quelli che, quando sei piccolo ti strappano i giochi di mano e quando sei grande ti tagliano la strada in macchina con fare strafottente.
Sentendomi, da sempre, parecchio portata a difendere le cosidette "cause disperate", ho sempre cercato di difendere i più fragili dai più stronzi (oddio..una parolaccia..la potrò dire su un blog???).
Una sorta di Robin Hood, solo un po' più sfigata.
E sto cercando, per quanto possibile con un bambino di due anni e qualche mese, di inculcare questa mia inclinazione al nano.

Ieri.
Porto il nano a scuola e mi fermo un attimo a chiaccherare con una maestra.
La mia dolcissima creatura, letteralmente, si fionda a giocare con gli altri bambini.
S'impossessa della macchinina dei suo sogni e inizia a correre per la classe.
Subito un altro nano sale su un'altra macchinina e lo rincorre.
Segue un terribile tamponamento.
Il bimbo dietro ride e fa al nano:
"Io ioco te!!!"
(Io voglio giocare con te!!)
Il tutto detto con un frizzante entusiasmo.
Il nano non gradisce.
Affatto.
Scende dalla macchina.
Si erge in tutti i suoi 98 cm di altezza.
Gonfia il petto.
Punta il dito verso l'incauta creatura.
E con voce perentoria, esclama:
"Io Andea! Io ioco te...NO!!"
(Io sono Andrea! Ti pare che mi abbassi a giocare con te che sei l'ultimo arrivvato???Sia mai. NO!)
Si gira.
Risale in macchina e se ne va, lasciando l'altro in un mare di lacrime.


Piccoli teppisti crescono. -.-
Qualcosa mi dice che "lo sto facendo sbagliato".

giovedì 27 gennaio 2011

Atroci sensi di colpa.

Domani mattina, io e il Signor T., partiamo.
Destinazione: Parigi.
Un viaggio fortemente desiderato, voluto, cercato e a lungo sognato.
Almeno da me.
In più domani è il compleanno del Signor T. e noi abbiamo bisogno di una vacanza, senza nano al seguito.
Perchè diciamocelo; i nani sono meravigliosi e divertenti, ma sono anche estramamente faticosi e un viaggio con loro non è propriamente rilassante.
Spassoso, innovativo, alterantivo, ma riposante no.
Proprio no.
In nostro soccorso è venuta la mia adorata cognata, sorella del Signor T., che si è proposta di tenerci il nano.
Giubilo e tripudio.
Non ce lo siamo fatti ripetere due volte.
E poi il nano adora lei e le sue cuginette.
Con loro si scompiscia delle risate, sta bene ed è loro molto attaccato.
Parto tranquilla perchè so che lui starà bene.

Oggi pomeriggio.
"Nano, ma tu lo sai che domani mamma e papà partono?"
"Fsi..mamma e papà paigi"
"Bravo nano..e tu invece rimani con...???"
Sguardo basso.
Gioca con le propri mani.
Espressione contrita.
"Io...qui...solo."


Ecco.
Un nano duenne sa esattamente come farti sentire atrocemente in colpa e rovinarti un viaggio.

martedì 25 gennaio 2011

Di opinabili piaceri.

Se c'è una cosa che adoro fare è mangiare.
E mangiare di gusto.
Possibilmente piatti sugosi, ipercalorici, grassi e unti.
Amo, in ordine sparso: la Nutella, la pasta alla carbonara, all'amatriciana, i carciofi alla romana, il cioccolato in ogni sua forma, colore e sapore (ma ho una predilezione particolare per quello fondente all'arancia o al peperoncino), la parmigiana di melanzane, le verdure fritte, la pizza, la sacher, il gelato con tanta, tantissima panna e il pollo fritto.
Ho iniziato a mangiare l'insalata due settimane fa e non capisco come più e più persone possano definirla "buona"; io a malapena riesco a concepirla come un qualcosa di commestibile.
E questo per far capire come la penso.

L'altro giorno mia madre si offre volontaria per andar a prendere il nano a scuola.
E dato che questi slanci ultimamente scarseggiano, ho colto la palla al balzo.
Però poi afflitta da un cocente senso di colpa ho deciso di andarli a "trovare".
Infilo la chiave nella toppa di casa di mia madre e sento strane conversazioni provenienti dalla cucina.

"MMMMMM..bona gnoggna, ancoa, ancoa"
(buona nonna, ancora, ancora)
"Ti piacciono eh?? Tieni, prendine un'altra"
"Fsi gnoggna..bone fsi"
" Senti com 'è saporito il pane intinto nel sughetto"
"MMMMMMM..FSI!! Bono bono pagne co ughetto!"
(MMMMMMM..SI'!! Buono buono il pane con il sughetto!)
Decido di palesarmi, almeno vocalmente, mentre mi tolgo il cappotto.
"Ehi, sono qui. Che state facendo?"
"MAMMA!!"
"Shhhhhhh..nascondi, fai finta di niente, vieni qui che ti pulisco!"

Un'ombra di atroce dubbio inizia a farsi avanti nella mia mente: che mia madre gli stia dando qualcosa che il nano non dovrebbe mangiare? Che so, un cucchiaio enorme di Nutella, un piatto di funghi, qualcosa con il peperoncino?

"Mamma, che stavi dando al nano?"
"Eh? Che? Io? Cosa?"
Mia madre da il peggio di se quando fa finta di niente.
"Vi ho sentito, e poi siete innegabilmente unti e avete la tipica espressione colpevole di chi l'ha combinata grossa"
"No, guarda ti sbagli, noi non stavamo facendo proprio niente"
"Non mi far passar per scema, ora  chiedo al nano che ancora non è falso come te; amore di mamma cosa stavate mangiando tu e la nonna?"
"MMMMMM, pappa bona!"
"Eh,ho capito, ma cosa? Cioccolata? Zollette di zucchero? Porcini conditi? Pasta alla puttanesca?"
"Gno gno mamma, io 'ngiavo ipolle"
"Che?? Mangiavi cosa??"
"Le ipolline"
"Le cipolline??"
"Sì, Ro', in agrodolce. Le ho fatte io, vuoi?"

Mio figlio duenne e mia madre si fanno di cipolle in agrodolce, toccando picchi di piacere inesplorato condite dal perverso godimento del proibito.
Quando la genetica,salta un generazione e non è un'opinione.

lunedì 24 gennaio 2011

Saranno problemi.

Quando sei incinta sogni.
Sogni sul come sarà tuo figlio, su a chi assimoglierà, sogni sul fatto che dormirà tutta la notte già dalla pima notte, sogni su cosa farà da grande.
Sogni in grande, ovviamente: sarà bellissimo, somiglierà sicuramente a te, dormirà fino allo sfinimento e, senza dubbio, farà il dottore.
Evvabbè.
Ma più di ogni cosa ti immagini l'amore con cui ti ricoprirà.
Poi il pargolo nasce, magri dopo ore di travaglio, non è tutta 'sta bellezza, tutto rosso e ciancicato come solo i neonati sanno essere, di te ha ripreso le dita dei piedi e basta, ma soprattutto non dormirà un' "acca".
Ma va bene tutto.
E' tuo figlio e tu lo ami incondizionatamente.
Poi arriva il giorno in cui, così, all'improvviso, lui ti guarda e, con quella sua vocetta candida e meravigliosa, ti dice: "Mamma, io ti amo".
E tu ti sciogli, come un calippo al sole.
Ti crogioli in un mare di felicità, ti senti la regina del mondo.
Sei appagata e soddisfatta.
Un giorno siete a casa di tua madre e lui se ne esce con "Gnognna, io ti amo!".
Eh??????...mmmmm..ok, è tutto ok.
E' tua madre, è sua nonna, la vede tutti i giorni, dai ci sta'.
Due giorni dopo con il suo ciuccio in mano "Ciuccio...io ti amo".
Allora.
Andiamoci calmi.
Passi la nonna, ma  mo' pure il ciuccio??
Ma che ci devi fare?
Niente.
Lasci stare.
Quattro giorni dopo: "Asseggino, io ti amo!"


Ecco.
Quì ho avuto un principio di infarto.
Perchè, va bene la nonna, passi il ciuccio, ma diamine, anche il passeggino?
E' vero che il passeggino lo scorazza in giro da che è nato, ma che diamine, sono IO che porto quel passeggino su e giù per le salite di Roma.
IO e sempre e solo io.


Quando poi lo dice pure ad una perfetta sconosciuta in fila al supremercato le cose sono due.
O non ha ben chiaro il concetto.
O tra una quindicina d'anni la sua ragazza avrà un problema.


Per non sapere nè leggere nè scrivere, domani aperitivo con le amiche.
Tanto per non pensarci su.

giovedì 20 gennaio 2011

Nanesche priorità.

Il nano è in fase "immaginazione libera e creativa", ma più che altro io la definirei "sfrenata e selvaggia".
Se tu gli chiedi cosa ha sognato lui ti risponde "Un upo picco picco roscio" (un lupo piccolo piccolo rosso).
Se ti azzardi a domandargli cosa ha fatto a scuola, la risposta lapidaria è "Un inguino vedde...gaaande!" (un pinguino verde...graaande) e poi magari scopri che quel giorno non hanno disegnato affatto.
Se lo becchi in flagrante a fare qualcosa che, assolutamente, sa di non dover fare e hai la geniale idea di uscirtene con un :
"Ma da chi l'hai visto fare???"
Lui, subdolo essere duenne, ti guarda e ti fa "Papà".
"Ma come da papà??? Io dubito fortemente che il Signor T. abbia mai saltato mezzo nudo a gennaio sul divano con il ciuccio in bocca."
" Allora mamma!"
"Ecco e sono ancora più sicura del fatto che la sottoscritta non abbia mai neanche pensato ad una cosa del genere..(almeno non in questi termini..e se l'ho fatto tu sicuramente non c'eri!)".
Cose così.
Ma il top lo raggiunge, ultimamente, con delle messe in scena che rasentano il drammatico.
Per cui te lo vedi girare per casa combattendo lupi, scalando montagne e scappando da fantomatici gatti blu.
Oggi ce l'aveva con la strega.
Per cui siamo andati avanti tutto il pomeriggio con una guerra all'ultimo sangue.
"Pia pia stega..PIA!!"
(Via, via strega..VIA!!)
"Io mago Erlino"
(Io sono mago Merlino)
"Pia..io pada, io gaaande, io fotte"
(Via..io ho la spada, io sono grande, io sono forte)
E giù rumori, sbattimenti di spada e oggetti tirati.
Correva per casa con il cappello da pirata, la benda sull'occhio e la spada da pirata (è giusto un po' confuso) portando avanti una pantomima degna del più consumato attore teatrale.
Al culmine della battaglia, ormai esausto, ha detto basta.
Non ce l'ha fatta più.
"Pia stega..io mago Erlino, io ottiscimo"
(Via strega, io sono mago Merlino, io sono fortissimo)
"Pia stega..vai al feddo"
(Via strega, vai al freddo)
"....GNO.."
SBUMMM SBAMMM SPATATRACK
"Stega..batta..tu pappa no!!!".


Dopo ore di sbattimento, il nano le toglie la cena.
Il massimo della punizione pensabile.
Almeno per lui.

mercoledì 19 gennaio 2011

Cocenti delusioni 2: il ritorno.

Ci sono persone che imparano con il tempo o con le esperienze.
Ci sono persone che fanno tesoro del proprio passato e da questo attingono.
Ci sono persone che man mano che la vita va avanti capiscono che gli altri non possono cambiare più di tanto e se ne fanno una ragione.
Ci sono persone che prendono familiarità con il concetto che se nasci tondo non puoi morire quadrato.
Il Signor T. no.
Non ce la può fare.
Lui appartiene alla categoria degli "irriducibili": quelli che ci sperano sempre, che non depongono mai le armi, che lottano e combattono per il cambiamento, che fermamente credono in una vita migliore.
La categoria degli inguaribili ottimisti.
Il Signor T. c'è dentro fino al collo.
E, a 38 anni tra pochi giorni, non credo che ne verrà mai fuori.
L'altra sera torna a casa; distrutto da una giornata di lavoro.
Viene a salutare me e il nano che eravamo in camera tutti presi dal "mamma pizza cucino io" (abbiamo qualche problemuccio con la costruzione delle frasi).
Passa per la cucina.
Corre da noi: "Amore!!!!!! AMORE!!!! Hai usato i kitchen aid!!!!!!!!!! Amore!!"
"Beh, sì, era lì a far la ruggine, ho pensato che forse..."
"Amore..non sai quanto io sia felice! Davvero!"
"Eh..visto..."
"Amore e dimmi come ti ci sei trovata?"
"Mah, bene direi, un po' una rottura pulirlo, ma insomma..."
"Ma che bello!"
"....."
"E dimmi, amore, che hai preparato?? Una torta con il nano? Un soufflè? Una pizza salata? Un budino? Una mousse?"
"Ehmmm...no.."
"E cosa allora??"
"........una frittata....."
"..................."
"Con le zucchine però!!!"

Ha proposto di venderlo.

martedì 11 gennaio 2011

Scolastiche (DIS)avventure

A scuola.
Luogo che il nano adora.
In cui passerebbe molto più tempo di quello concessogli.
Perchè il nano a scuola si diverte.
Gioca.
Canta.
Balla.
Uh, quanto e come balla.
E soprattutto da' libero sfogo alla sua creatività.

Ore 13.00.
Vado a riprenderlo.
Mi corre incontro.
Baci, abbracci, manco non ci vedessimo da settimane.
Ma vabbè; è l'entusiasmo nanesco.

Maestra 1 "Ciao mamma!!!!"
"Ciao maestra1!!Com'è andata oggi????"
"Tutto bene! Il nano ha giocato,è felice,ha mangiato.."
"Bene..."
"Mamma mamma..io 'segno"
"Uh,amore hai fatto un disegno??"
"FSI!"
"Oh, che bello, me lo fai vedere?"
"FSI"

Ci accingiamo alla parete dei disegni.

Maestra 2 "Stiamo facendo gli animali del bosco, alcuni con delle primizie dell'inverno"
"Ahh.."
"Oggi abbiamo fatto il riccio con le lenticchie"

Mi avvicino alla parete dei disegni.

Disegno di Matteo: riccio pieno di lenticchie.
Disegno di Valerio: riccio colmo di leticchie.
Disegno di Viola: riccio stracolmo di lenticchie.
Disegno del nano: lenticchie pervenute sette.
Sette.
SETTE???

"Maestre,scusate,ma erano finite le lenticchie?"
"Perchè?"
"Beh,i disegni degli altri bambini sono ricchi di lenticchie, mentre quello del nano ne ha solo sette."
"......."
"......."
"Mmmmm..allora?"
"La verità è che il nano, le lenticchie mancanti se le è mangiate; tutte.".
"CRUDE?????????"
"Sì, crude."

Non credo siano necessari ulteriori commenti.

lunedì 10 gennaio 2011

Si ricomincia

Stamattina.
Ore 8.35.
Cielo parzialmente nuvoloso.
Un'umidità bestiale che rasenta il 100%.
Neanche un clacson che suona.
Donne che cantano felici al volante.
Nonostante l'ora, visi riposati.
Espressioni serene.
A tratti entusiaste.
Ragazze che salgono in macchina fischiettando.
Una, giuro, l'ho vista anche accennare passi di danza.
Un'altra saltellava.
Io personalmente avevo un sorriso imbecille stampato in faccia.
Uomini in giacca e cravatta che rispondevano così al telefono "Sì capo, sì, no non sono in ritardo, anzi, arriverò con una mezz'oretta di anticipo. Nononono, tutto a posto, è solo che sono così felice di tornare a lavorare. Il lavoro nobilita l'uomo, è proprio vero. Che??? Se voglio prendermi un altro giorno di ferie?? Capo, non facciamo scherzi eh?? Sto arrivando".
Si respirava un'aria di frizzante estasi.
E no, che mi risulti non c'è stata nessuna vincita milionaria in zona.
Sono "soltanto" ricominciate le scuole.

domenica 9 gennaio 2011

Vacanze, ma per chi??

Quasi venti giorni
Diciannove per l'esattezza.
Che sono esattamente trentotto, TRENTOTTO pasti condivisi.
Diciannove mattine e diaciannove pomeriggi passati appiccicati.
Un'infinità di ore di reciproca sopportazione.
Un'immensità di tempo passato insieme.
Tanto.
Troppo.
Decisamente esagerato.
Scriverò una lettera di protesta al ministero.
Stavolta lo faccio.
Milioni di giri di DVD.
Sempre Biancaneve.
Se qualcuno me la nomina ancora lo riempio di mazzate.
Migliaia di "corri corri" "nasconditi, dai, nasconditi..mamma conta...dai!!!"
Decine e decine e ancora decine di "NO nano NO, non si fa'!" "NOOOOO, nano, vieni quì, no la no, ho detto di no!!!" "Basta! Smettila con i capricci!" "Eddai, su, non puoi mangiare sempre caramelle"......"Ok,vada per le caramelle, quante ne vuoi??? Tre?? Tieni due e facciamola finita" "Ti supplico il computer NO, nano, NO, nano vuoi vedere Biancaneve per la triliionesima volta, dai,dai dai!!".
Diciannove è un numeraccio.
Io lo odio.
E hanno pure il coraggio di chiamarle vacanze.

sabato 8 gennaio 2011

Un uomo d'altri tempi

Il nano ha due anni e pochi mesi.
Il nano parla.
A modo suo, ma parla.
Storpia, biascica, farfuglia.
Mette la negazione alla fine della frase.

"Mamma, acqua no"
"Mamma, nanna io no"
"Mamma, melle picche picche, no. Io melle graaaaaaaaandi sì".

E quasi sempre anche i verbi.
Spesso risulta incomprensibile anche alla sottoscritta.
Però,c'è una cosa su cui il nano non transige: le buone maniere.
Per lui è una questione di principio, di stile.
Ci tiene.
Ecco, sì, ci tiene.
Lui non dice scusa, per chiedere permesso, lui a gente che conosce poco, urla "Scusi,scusi, io passo".
Per salutare persone, lui non dice "Ciao", lui se ne esce con "Avviveddeciiiii io"
Lui ringrazia, sempre.
E sempre chiede "Peffavove".
E se non ti ha mai  visto, difficilmente ti darà un bacio, lui preferisce darti la mano.
A due anni.
Parliamone.
E adora le camicie.
Uh, se le adora.
Io credevo che i bambini le odiassero, invece lui, tale e quale al padre e al nonno, se ci potesse andare pure a dormire sarebbe felice.
Gli metto la camicia e lui sente il bisogno irrefrenabile di correre allo specchio a guardarsi.
E poi esclama "Bello bello io".
Se si può...


Ora.
Il nano ha due anni e tre mesi.
E al momento ci rido su.
Ma già so che tra dodici anni questo sarà il mio incubo.

venerdì 7 gennaio 2011

Cocenti delusioni

Io non sono una perfetta donna di casa.
E non lo sarò nè ora nè mai.
Una alla Bree Van De Kamp, per capirci.
La perfetta casalinga che passa le sue giornate a confezionare sacchetti alla lavanda, a infornare pane fatto in casa, a preparare succulenti manicaretti o a piantare fiorellini in tinta con le tende di casa.
Il tutto con il sorriso sulla bocca.
Io smadonno quando devo rifare i letti, maledico il mio essere nata donna quando devo stirare, ma soprattutto mi sale un'ansia non indifferente quando si avvicina l'ora dei pasti.
Sono una sostenitrice convinta dei quattro salti in padella.
Amo le rosticcerie.
Stravedo per il MC.
E non disdegno la pizza a portar via.
Fosse per me mangerei sempre cose in busta e peserei 150 Kg, ma questo è solo un dettaglio.
Di tutto questo non ne ho mai e ripeto mai fatto mistero.
Inoltre provo una repulsione totale per tutti quei robot da cucina, che in teoria e solo in teoria, dovrebbero facilitarti l'esistenza.
Mi mettono paura.
Sono terrorizzata dai loro libretti di istruzioni; alti più o meno come il mio vecchio vocabolario di greco.
E scritti più o meno con la stessa chiarezza.
Mio marito, invece, li adora.
Potesse averne un centinaio a disposizione sarebbe uno degli uomini più felici del mondo.
Ah, dimenticavo, li adora per me.
Perchè lui al massimo se li contempla un po', legge tutte le funzioni, con esclamazioni del tipo "Nooo, ma che figata!!!" " Guardaaaaa, con questo puoi anche fare i soufflè!!!" (i soufflè io???Che sono dovuta andare a vedere pure su google come si scrive????) e via dicendo.
Neanche il nano davanti ai regali di Natale fa' tutte quelle feste.
Però poi chi si dovrebbe cimentare con quei cosi è la sottoscritta.
Figuriamoci, un affare in più da pulire.
Per quel che riguarda me li potrebbero anche ritirare dal mercato.
Ovviamente noi possediamo uno di questi diabolici attrezzi.
Lo inserì il Signor T. nella nostra lista di nozze, quando ancora pensava che ci potesse essere qualche speranza che io mi cimentassi ai fornelli.
Povero Signor T.
Quante speranze infante.
E comunque.
Suddetto aggeggio giace abbandonato ai confini estremi della "mia" cucina da quando ci siamo sposati, sovrastato da quintali di polvere, salvo quando qualcuno (non io) si impietosisce e ci passa un panno sopra.


L'altra sera il Signor T. rientra e avverte nell'aria profumi totalmente estranei a questa casa.
"Andrea, dì a papà cosa abbiamo fatto oggi!"
"Papà..tottaaa"

Il Signo T. perplesso.
Sguardo confuso.

"Avete fatto una torta??"
"Sì papà!"
"Tu e LA MAMMA?????"
"Sì papà!"

Mi guarda.
Probabilmente teme che un qualche strana entità si sia impossessata del mio corpo.
E' lì che sta per cercare i numeri di un esorcista.

"Amore, avete fatto una torta voi due??"

Ormai è commosso.
Quasi piange.

"Sì Signor T. io e nano abbiamo fatto una torta. Perchè?"
"E avete usato il Kitchen Aid??"
".......il che???....."
"Il Kitchen Aid: il nostro meraviglioso robot da cucina, che impasta,spasta, fa' cose, a momenti anche il caffè."
"Ehmmm, no, non lo abbiamo toccato"

Affermo io, che mi sono appena ricordata dell'esistenza del malefico.

"E con cosa avete impastato?"
"Impastato che?"
"Ma come che? Le uova, la farina, il lievito.."
"............"
"Allora???"
"Signor T, io non so cosa tu ti sia immaginato. Io e nano in cucina a impastare, a divertirci con la farina, a dosare il lievito etc etc etc.."
"Beh, è così che si fanno le torte"
"E' così che si fanno nelle altre case, credo"
".........."
"Signor T. io sono uscita, ho comprato una bella busta, ho versato il suo contenuto in un teglia, che oltretutto ho fatto una fatica bestiale a trovare in quanto non credevo che possedessimo una teglia, ho messo il tutto in forno e fine. La torta ne è uscita dopo 30 min"
"........................"


E' passato qualche giorno.
Il Signor T ancora deve riprendersi.

giovedì 6 gennaio 2011

C'era una volta

Le favole.
Ecco.
Nell'immaginario collettivo sono dei racconti fantastici, destinati perlopiù ai bambini.
Ai bambini.
Nessuno dice però che, dal momento che tu hai un bambino, quei meravigliosi racconti toccano anche a te.
A te che te li sei già fatti tutti anni e anni fa'.
A te che vorresti invece leggerti un bel libro adatto alla tua età.
A te che di anni ne hai 20+9 e non più quattro.
A te che fino a qualche anno fa spaziavi tre aperitivi, cene et similia.
A te.
Il vero dramma sorge nel momento in cui i nani scoprono la televisione.
E conseguentemente le favole in televisione.
Perchè tutti omettono che i bambini guardano l'oggetto dei propri desideri ripetutamente.
Compulsivamente ed ossessionativamente.
Per esempio quest'estate per noi è stata cruciale di Pippi Calzelunghe.
Tutti gli episodi di tutta la serie.
Almeno un DVD al giorno.
Se ci diceva bene.
Poi ci sono toccati, nell'ordine: Cip&Ciop, La carica dei 101 e Winnie Pooh.
Adesso è la volta di Biancaneve.
Da somministrare un paio di volte al giorno.
Ora.
Rivedere un cartone della propria infanzia è bello; una volta però.
Vista con una media di due volte al giorno, tutti i giorni, ha un nonsochè di maniacale.
Perchè ti inventi di tutto mentre lui è inebetito lì davanti: metti a posto, stiri, cucini (!!!!!), spolveri, metti a posto gli armadi, vaghi su internet, provi a leggere, lavoricchi sul computer, ti metti lo smalto, ma poi, nonostante il tuo impengo la testa va lì.
Ma più che la testa ci vanno le orecchie.
Per cui poi ti ritrovi alle quattro del mattino, sveglia come pochi, a canticchiare le stupidissime sigle o canzoncine del cartone animato in questione.
E ne ho sentite di fanciulle sane di mente che hanno iniziato a mettere in dubbio la propria sanità mentale proprio per questo.
Comunque.
Dicevo.
Ora ci tocca Biancaneve.
Io me la ricordavo: eccome.
Una principessa perseguitata dalla matrigna cattiva che si rifugia a casa di sette nanetti e lì canta, balla, mette a posto, canta, cucina, rassetta,canta e ancora canta.
Poi la matrigna la trova,le da' la fatidica mela, lei cade in un lungo sonno, arriva il principe azzurro, la bacia, lei si risveglia e vissero tutti felici e contenti.
Ma avevo rimosso i dettagli.

  • Innanzitutto Biancaneve è sciapa. Da morì. Insulsa come pochi. Con quel vestito senza neanche un volant. Con quei capelli che non si capisce bene se siano corti o raccolti. E cmq sono orrendi.
  • Secondo poi Biancaneve sembra tanto buona e cara. Sembra. Perchè lei irrompe prepotentemente a casa dei nani, poveracci, pulisce, spolvera e cucina (il tutto cantando ovviamente), si intrufola nei lettini, tutti e sette, manco a dirlo e poi rimette in riga, stile Kapò, quei vecchietti buoni e gentili. "Non vi lavate le mani?? Niente cena". "Non volete dirmi come vi chiamate?? Beh,allora siete muti".
  • E poi. Non è neanche tutta 'sta cima. Sai che la matrigna è una strega. Sai che ti cerca perchè vuole accoparti e tu che fai???? Il primo giorno che i nanetti non ci sono, apri la porta e fai entrare una vecchia ed inquetante mendicante che di rassicurante non ha proprio niente  e non contenta ti sbafi con gusto la mela che questa ti offre??? Dai, su. Avrebbe meritato di rimanerci secca. A mio giudizio. eh??
  • E ancora. Vogliamo parlare dell'ingratitudine della tipa?? Cioè. Viene ospitata, salvata, le viene data protezione poi lei, tonta, ha la bella idea di cadere in un sonno lunghissimo, i nanetti la piangono, la vegliano, le costruiscono una bara di cristallo tempestata di pietre preziose, stanno lì giorni e giorni a strapparsi i pochi capelli loro rimasti, arriva il principe, la bacia, lei si sveglia e....se ne va. Gridando "Addio,addio,addio" e fine. Manco un grazie. Un accenno di gratitudine. Niente di niente. Arrivederci e chi s'è visto s'è visto.
Poi dici che una non parteggia per la regina.
Che, per inciso, è parecchio più bella.

mercoledì 5 gennaio 2011

20 + 9

Ovvero ventinove.
Ovvero il numero dei miei anni.
E guai a chi si azzarda a dire "Beh,ma anche 30 meno uno,allora".
Eh no.
Io il numero trenta non lo voglio nemmeno sentire nominare.
Mi si offusca al cervello al solo pensiero.
E non perchè 30 siano poi così tanti.
Ma perchè quando avevo venti anni immaginavo i miei trenta un filo diversi.
Nel senso.
Non avrei mai creduto possibile che a ventinove anni avrei avuto un figlio di due,un marito,una casa e non avrei avuto,per esempio,che so,un lavoro.
Ma è solo per dire eh?!
Evvabbè.
Però avrei potuto chiamare questo blog in altri cento modi.
E invece no.
Ho seguito il consiglio di un'amica,che oggi mi ha detto:
"Vuoi aprire un blog, ma non sai come chiamarlo?"
"Ehmm..già.."
"Beh..tu la mattina quando ti alzi cosa vedi riflesso nello specchio?!"
"Ehmm,beh..delle occhiaie tremende!!!!"
....................................

A volte,ne sono consapevole do delle risposte davvero argute.
E dato che non potevo chiamare un blog "Preparazione H" (sì,quella per le emorroidi,si mormora che faccia miracoli contro le occhiaie),allora ho deciso di chiamarlo con quello che effettivamente io vedo nello specchio tutte le mattine.
Una ventenne troppo lontana dai 19 anni ed eccessivamente vicina ai 30.

Venti + nove.
Appunto.